venerdì 22 maggio 2009
Intervento di Fabio Feliziani
UGO
Di Ugo Persona colpisce la magrezza che si riverbera nella sua poesia asciutta.
Così magro che può appendersi alla sua sigaretta dalla quale aspira/inspira l’ispirazione; così lieve e discreto che lascia riluttante traccia sul letto in cui riposa.
Un corpo troppo fragile per il cuore che batte forte, come a un usignuolo, come a Leopardi, come a Edith Piaf.
Di Ugo Poeta colpisce il peso dei pensieri che non si capisce come non arrivino a scardinare la sua persona.
Colpisce il peso delle parole: parole a doppio ingresso e molteplici uscite, ricche di remoti passaggi segreti, di trabocchetti linguistici, iterazioni, ossimori, ossessioni.
Urla, ma con discezione, solo negli epigrammi, nelle invettive contro il Capitale. Ma, pure, si contenta del verso dell’assiuolo, il chiù.
Avevo scritto alcuni versi per lui, ma non vorrei che suonassero come “la scrittura idiota messa lì da qualcuno non si sa perché”. Preferisco leggere versi suoi sulla Poesia, “istrice che lancia aculei”, e sull’Amore.
Da Frammenti di un poema finale:
Poetica
Corrispondenze
Poetica II
Visita II
Salenitana III
Da Ustioni
Per Rosanna III, VII, IX
Colori
Da Notizie false
Sordina
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